Onorevoli Colleghi! - La storia e la vitalità di Pinocchio sono più che centenarie. Dalla sua prima comparsa nel 1881 in poi il burattino del Collodi è diventato sempre più un simbolo della cultura e dell'identità italiane nel mondo. Dopo la Bibbia ed il Corano è il libro più stampato e tradotto nel mondo: recenti stime riportano la cifra di 247 lingue ed idiomi in cui il testo è stato tradotto e oltre 1.000 illustratori ne hanno raffigurato il contenuto. La Fondazione nazionale «Carlo Collodi» può attestare la presenza nella sua Biblioteca collodiana di libri in 87 lingue da 65 Paesi e di oltre 700 illustratori.
      Questo personaggio, bambino e burattino al tempo stesso, con il fascino della materia resa miracolosamente vivente, ha attraversato i decenni, ha travalicato i confini geografici e culturali, è trasmigrato da una forma espressiva all'altra senza perdere la specificità che lo rende riconoscibile ed amato dai bambini e dagli adulti di tutto il mondo.
      Probabilmente le ragioni di questa fortuna sono fondate sulla felice e irrepetibile unione di motivazioni letterarie, artistiche, psicologiche, antropologiche e mediatiche che hanno fatto sì che Pinocchio fosse trasportato, con successo, dal libro a tutti gli altri ambiti della comunicazione: il cinema, il teatro, la musica, le arti visive, il fumetto, la multimedialità, le nuove tecnologie.
      La sua fisionomia di burattino dal naso lungo, il suo nome - che rimane uguale in tutti i Paesi del mondo - e la sua storia di crescita e di maturazione verso la condizione umana contro ogni tipo di avversità sono familiari a persone di ogni nazionalità, età ed estrazione culturale.
      Possiamo ben dire che Pinocchio è un simbolo universale ed è tale grazie al merito degli italiani ed al successo dell'Italia nel Mondo.

 

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      Infatti, sono artefici del successo di Pinocchio anche tutti coloro che, in scala grande o piccola, dagli anni venti del Novecento fino ad oggi si sono ispirati, con le loro produzioni commerciali, al personaggio di Pinocchio, approfittando anche dell'effetto promozionale che il nostro burattino garantisce senza necessità di grandi investimenti pubblicitari e commerciali su scala mondiale.
      Lo Stato italiano, e per esso il Ministero per i beni e le attività culturali ed il Ministero degli affari esteri, nonché le regioni, gli enti locali, gli istituti di cultura italiani all'estero, gli organismi internazionali, dalla Comunità europea all'ONU, all'Unesco, hanno spesso utilizzato Pinocchio quale simbolo di vicinanza al mondo dell'infanzia ed ai suoi problemi, diversi ma sempre importanti nel mondo industrializzato come nei Paesi più poveri.
      Di ciò può ben dare testimonianza la Fondazione Collodi, grazie all'esperienza e al patrimonio culturale accumulati nel suo lavoro di promozione della conoscenza e diffusione dell'opera di Carlo Lorenzini, e specialmente del suo personaggio Pinocchio, la cui attività dura ormai da cinquant'anni e ha superato lo studio del fenomeno letterario per dedicarsi ai valori espressi dal personaggio rispetto all'universo infantile.
      La diffusione di Pinocchio e la sua interpretazione da parte di artisti, illustratori, comunicatori di tutto il mondo l'ha resa una materia magmatica, pervasiva, ma incontrollabile nei suoi effetti. Da qui l'esigenza di ricondurla, tenendo fede alle sue radici culturali e letterarie, ad uno strumento efficace e di sintesi, che superi l'orizzonte limitato e strettamente commerciale di un singolo prodotto/produttore e che sappia, invece, esprimere direttamente ed efficacemente gli elementi fondanti del suo carattere e della sua forza: il nome, la fisionomia, l'italianità.
      Questi tre elementi hanno ispirato la natura dello strumento che la Fondazione Collodi ha sviluppato e definito negli ultimi anni, grazie al proprio bagaglio culturale che al rigore della ricerca unisce la capacità di valorizzarne al massimo i risultati, secondo una concezione moderna del bene culturale. Tale strumento è il «Pinocchio di C. Collodi ©&TM» (registrato e tutelato in tutti i Paesi del mondo che lo consentono), un'immagine di Pinocchio che con una interpretazione grafica contemporanea rispetta la fisionomia del personaggio così come descritta da Carlo Collodi, una elaborazione iconografica che sta andando di pari passo con la riproposizione, sia pure con norme più divulgative quali il fumetto o il libro illustrato, del testo integrale della storia, rispettoso dell'originale sia nella versione italiana che nelle traduzioni in altre lingue.
      Accanto alle numerose attività di salvaguardia e di ricerca specificatamente «collodiane», grazie a questo strumento la Fondazione può già lavorare efficacemente, nei modi propri delle istituzioni culturali, in ambiti che pervadono la cultura e le problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza, quindi della società tutta. Un esempio fra tanti, la presenza del «Pinocchio di C. Collodi ©&TM» (come personaggio-immagine) con la frase «lo ha firmato per primo» della compagnia Yes for Children, una raccolta di firme promossa dal Comitato italiano per l'UNICEF nel decennale della Carta dei diritti dei bambini; lo stesso Pinocchio che il Comitato italiano per l'UNICEF porterà come simbolo delle attività italiane alla sessione speciale dell'ONU dedicata all'infanzia nella prossima primavera, cui la Fondazione Collodi parteciperà con mostre ed eventi in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura di New York. Oppure il Pinocchio che accompagna i visitatori lungo la mostra itinerante Pinocchio around the World, dedicata appunto alla fortuna di Pinocchio nel mondo ed esposta sia nel Museo-Biblioteca del Parco di Pinocchio (visitato ogni anno da circa 200.000 persone di cui il 20 per cento circa non italiani) sia presso gli Istituti italiani di cultura all'estero. O ancora Pinocchio che rappresenta l'Italia letteraria a Salonicco, capitale europea della cultura; il Pinocchio, infine, che vuole attirare a sé tutti gli altri «eroi» delle fiabe internazionali a Collodi per far divenire
 

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il paese toscano «Capitale europea dell'infanzia» con un progetto specifico presentato in una grande mostra al Parlamento europeo di Bruxelles.
      L'immagine «doc» di Pinocchio è dunque il marchio riconoscibile che instaura un immediato meccanismo di simpatia e rassicura i destinatari del prodotto sulla sua qualità, non solo tecnica, ma anche culturale ed è già stato sperimentato, promosso e culturalmente affermato.
      Il «Pinocchio di C. Collodi ©&TM» è dunque oggi un marchio vero e proprio rappresentativo dei migliori valori dell'Italia, del lavoro della sua gente e dei suoi prodotti.
      Può diventare con questa apposita iniziativa legislativa il veicolo naturale e condivisibile per la promozione di iniziative e di prodotti coerenti con i valori della cultura e della tradizione italiane conosciute nel mondo.
      La creazione e la promozione con una tale capillarità ed ampiezza di un qualsiasi altro marchio con le stesse caratteristiche e potenzialità - ammesso che si potesse in qualche modo ricostruire il «magico» mix di elementi che ha fatto la fortuna di Pinocchio - richiederebbe un impegno di risorse tale da essere in definitiva impossibile.
      Mentre la Fondazione Collodi e gli enti culturali che con essa collaborano stanno già lavorando per mettere a frutto in ambito culturale il tesoro che Pinocchio porta con sé, è giunto forse il momento di offrire alle aziende italiane lo stesso tipo di opportunità.
      Per giungere dalla conclamata fortuna di Pinocchio nel mondo ad uno strumento efficace per far fruttare questa immensa fama, il lavoro è stato lungo e difficile. Oggi si tratta di non disperderne i frutti, di saper utilizzare questa grande opportunità collegando il mondo del made in Italy di qualità con il simbolo passepartout del «Pinocchio di C. Collodi ©&TM».
      Onorevoli colleghi, la presente proposta di legge consta di quattro articoli: l'articolo 1 definisce le finalità di legge; l'articolo 2 prevede la concessione di un contributo statale alle aziende che intendano promuovere il made in Italy all'estero; l'articolo 3 prevede che annualmente sia presentato al Governo un piano di attività e iniziative finalizzate all'attuazione della legge; l'articolo 4, reca, in fine, la copertura finanziaria.
 

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